di Giuseppe Catapano
Una High school made in Italy. Perché nel nostro Paese è possibile ottenere il diploma statunitense: la possibilità è offerta dal Programma doppio diploma Italia-Usa, percorso che consente agli studenti delle scuole superiori di conseguire il titolo di studio americano completando la maturità. Verona è il quartier generale del programma che conta circa 1.600 studenti attivi e 1.100 già diplomati.
A dirigerlo è Richard Collins (nella foto in basso), docente universitario che alla fine degli anni Novanta ha deciso di lasciare gli Stati Uniti – è nativo della California – per occuparsi di formazione in Italia. "Un Paese al quale sono molto legato – dice – visto che mia madre è italiana e io sono bilingue. Ma il Programma doppio diploma qui è nato molti anni dopo, nel 2013, in seguito al mio incontro a Miami con l’avvocato Antonio Roca". Ovvero il direttore di Academica, ente formativo che riunisce oltre 210 scuole in tutti gli Stati Uniti e al quale fanno capo percorsi di doppio diploma in altre 11 nazioni, a partire dalla Spagna. "All’epoca – ricorda Collins – ci chiedemmo perché non portare questa opportunità agli studenti italiani, visto che i piani di studio delle scuole superiori incontrano i requisiti delle High school statunitensi".
L’intenzione è diventata azione in poco tempo, se si considera la partenza nell’anno accademico 2013-2014 con 80 ragazzi iscritti. Il diploma di High school è rilasciato da Academica, che ha sede a Miami, e gli studenti sono iscritti a Mater Academy High School. Proprio Academica immatricola gli studenti italiani e convalida – attraverso la traduzione di materie e valutazioni di fine anno rilasciate dal sistema scolastico italiano nell’ambito della scuola secondaria di secondo grado – il 75% dei 24 crediti formativi necessari per l’ottenimento del titolo di studio statunitense. Il 25% dei crediti mancanti consiste in 6 crediti annuali, da svolgere in un arco temporale fra i due e i quattro anni.
"L’opportunità – spiega il professor Collins – è rivolta per lo più a ragazzi dalla terza media alla terza superiore che possono conseguire il titolo americano continuando il loro percorso di studi in Italia. Il nostro dura dai due ai quattro anni". E si distingue per la presenza di docenti statunitensi che seguono gli studenti in tutti i corsi e le attività, disponibili in collegamento con incontri di gruppo e individuali, per la realizzazione di vere e proprie classi virtuali internazionali – i partecipanti italiani sono impegnati in sessioni live insieme a quelli di altri Paesi – e per una piattaforma didattica interattiva con programmi predefiniti e materiale didattico online.
Tra i corsi obbligatori ci sono quelli di inglese, storia americana ed economia americana. Proprio la conoscenza dell’inglese è fondamentale: per l’ammissione al Programma doppio diploma è necessario iscriversi all’esame di ammissione e superarlo con un livello che sia almeno corrispondente al B1 essenziale. "I ragazzi – osserva Collins – seguono lezioni dal vivo, c’è un rapporto con i docenti, non c’è solo la fase di autoapprendimento. E la conoscenza dell’inglese da parte degli studenti italiani è cresciuta molto negli ultimi anni". Il livello al conseguimento del diploma sale al C1, "ma il nostro non è soltanto un percorso linguistico. L’obiettivo finale è quello di far acquisire i più alti livelli di competenza, anche informatica e gestionale".
Il 90% di chi consegue il diploma di High school in Italia resta in Italia per continuare a studiare, il 10% lo fa all’estero (Regno Unito o Usa). "Diamo anche la possibilità di passare tre settimane a Miami per far vivere ai ragazzi la vita della High school statunitense. Il prossimo anno amplieremo l’offerta e tra i progetti c’è quello di aprire entro la fine del 2021 un campus universitario proprio a Miami, in modo da poter garantire un percorso completo". L’Italia è l’unico Paese in cui, a settembre, si è svolta la Graduation ceremony (la consegna dei diplomi) in presenza con circa 200 ragazzi. "Nel giro di due anni – ammette Collins – se ne diplomeranno circa 500. Si è discusso con il sindaco di portare la cerimonia in Arena: per noi sarebbe un grande riconoscimento".